giovedì 21 febbraio 2008

Fumare e scrivere suona strano

Oh chissà perché ci sono delle cazzo di cose che restano impigliate nelle trame della mente. Voglio dire, un verso di una canzone, un nome proprio, una sequenza numerica. Forse perché al di là della gucciniana memoria, fumare e scrivere sono due cose che, di certo, ormai mi rappresentano. Scrivere, soprattutto se su un foglio di carta, con un utensile alla vecchia maniera, e insieme fumare sono di certo due azioni autoreferenziali, ma l'un l'altra poco si comprendono, perché qualunque fumatore che si rispetti conosce la sensazione estraniante di scrivere con una mano (che di solito è sempre la stessa) e fumare con l'altra (che invece non conosce quasi mnemonicamente l'atto di sostenere con quelle dita la sigaretta).
Perché ora questo trip? Domanda più che lecita. Perché ho insieme voglia di fumare e di scrivere. Entrambi, insieme. Risposta più che pertinente direi.
Di fatto, apparentemente senza motivo alcuno, ci sono cose che mi ricorderò sempre: tipo a sessant'anni forse non saprò più come mi chiamo ma mi ricorderò che la lavatrice vive di più con calfort. Ne sono sicura. So che esisterà qualche stronzo che penserà perché sto qui a intasare la già sovraccarica rete di puttanate. E so che quello stronzo ha ragione, che sono solo una miriade di cazzate, manie di protagonosmo, deliri di onnipotenza, e lo so perché quello stronzo sono proprio io.

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