domenica 25 gennaio 2009

Resurrezione e sincerità

Cercharò di rianimare, dicendo "Libera!", questo luogo, forse ormai dimenticato. Mi faccio forza e rompo il silenzio, proprio quando tutti ormai hanno voltato lo sguardo, verso altri, nuovi, giusti, orizzonti. Anche io ho il mio orizzonte, e si chiama Parigi. Quello di prima si chiamava semiotica.
Diciamo che ho relativizzato il tutto, e che quello che credevo orizzonte era solo un trompe-l'oeil.
Mi spiego, e mi scopro. Avevo mitizzato la semiotica, come tante altre cose nella mia vita. Ora mi rendo conto che per studiarla bene, e sapere ciò di cui si parla, una specialistica non basta e altro che "tre più due"!. Linguistica, filosofia del linguaggio, estetica, ecc, ecc, il semiotico arriva dopo e molto dopo. Per fare un'analisi semiotica e cercare "il senso" bisogna sapere molto bene ciò di cui si parla. Se vuoi fare semiotica della musica devi essere anche musicologo, se vuoi fare semiotica della pittura devi essere anche storico dell'arte.. e così via. Insomma la sovrastruttura della sovrastruttura. Sarebbe l'"uso" di un concetto marxiano, ma devo ancora dare l'esame di filosofia politica, e perciò delego tutte le responsabilità. Perchè studio semiotica? Non so. Perchè mi piace? Non so. Perchè studiarla anche se ora: 1) è un ambito MOLTO ristretto, a pochi conosciuto ("Cosa studi?", "Semiotica", "Ah, quel pesce strano delle filippine!?!"); 2) materia poco considerata, se non disprezzata, dalle altre discipline tradizionali; 3) mancano i soldi, più ora che mai, per fare ricerca sulle scienze del linguaggio in generale. Sono masochista? Un po'. Ma getto la maschera. Soprattutto nei tuoi confronti, Leila. Dico a te, perchè forse sei stata la migliore spettatrice della mia parte fanatica, o meglio, seriosa. Ok, c'è qualcosa che mi affascina in questa materia, ma non mi importa di andare alla conferenza di chissà chi o studiare con chissà chi altro. Certo, a volte l'ho pensato e sono caduto nella trappola. Sono venuto a Parigi proprio per non caderci, o meglio, per vedere quanto erano finte le balle che mi raccontavo. So di essere oscuro in questo passaggio, ma è giusto così. E' solo per dire: che ognuno cerchi la sua strada, e si ascolti. Lo dico, e lo scrivo, soprattutto a me. Se cerchi qualcosa, se studi qualcosa, fallo per te. Non per quel professore o quell'altro. Cose già sentite forse, ma non fa male dirsele e farle sentire. Di nuovo. Nuovo. sì, sono nuovo. E sono solo all'inizio. Resuscitato, e sincero. Abbandonerò una materia inesistente chiamata semiotica per fare il muscista? On voira! Voilà!