lunedì 5 maggio 2008

Dal nord

Verde, c'è solo un aggettivo, verde. Se le immagini che ci si dispiegano ogni giorno sotto la vulnerabile fibra che chiamiamo retina fossero anch'esse classificabili, come diceva il buon vecchio Greimas, mediante categorie non solo topologiche e eidetiche ma, per così chiamarle, anche cromatiche, ci sarebbe un unico colore dominante, il verde. E i contrasti minori sarebbero in bianco e blu. In sintesi: un colore bastardo, un non colore, e infine un colore puro. Ognuno chiama un'immagine mentale, che a sua volta ci rimanda ad un concetto, non è semiotica, è libera associazione.
  • Verde: foglie alberi natura primavera tenerezza debolezza gioventù mattino profumo freschezza speranza libertà possibilità preparazione acerbo acidulo immaturità aspettativa.
  • Bianco: parete superficie tabula spazio neutralità pienezza verginità unicità innaturalezza asetticismo artificiosità morbidezza nebulosità evanescenza caducità finitezza.
  • Blu: acqua aria impalpabilità freschezza respiro profondità pulizia immensità apertura distensione armonia culla sonno oscurità fiducia mitezza equilibrio genuinità.
Potrei continuare ancora per ore, ma il blu mi sta facendo addormentare. Divertitevi pure a psicanalizzarmi. Buona Notte miei adorati Freud.

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