domenica 20 gennaio 2008

Cupinero e possibilità

Notte innaffiata di Cupinero quella appena trascorsa. Un nettare benefico, un tantino afrodisiaco, che qualcuno ha definito femminile, a causa della estrema delicatezza e del profumo con cui sollazza le papille gustative, ma che diventa impietoso e risolutivo una volta raggiunta la testa. Notte densa di provocazioni, che si son susseguite cadenzate a ritmi ossessivi di ricorsività elettronica stile Chemical Brothers. Notte di note amare, di tensione mal celata da mani tremolanti e sguardi fugaci, e di pugni che si stringono. Se mi sottoponessi adesso all'alcol test non mi stupirei di constatare che c'è ancora del vino nel mio sangue. E poche pochissime parole spese. Solo carne che si cerca. E corse con i tacchi, merda, ora forse ricordo: c'è stata anche una piccola fuga dall'autorità costituita per i vicoli di quel paese non poi tanto vecchio nel quale sarei venuta per preparare un esame. E che invece sta diventando sfogo, e riso e insonnia e piacere e sapore e. Cado. Affondo tra le braccia di un nuovo e sorprendente efebo, la cui semplicità è a un passo dal farsi saggezza a volte. Eppur mi stupisce, mi diverte anche. Accendo un'altra Davidoff. Nutro il nano birichino. Chissà se ho dormito stanotte. Non ricordo.
-Come ti senti?
-Bene. Abbastanza bene. Un po' effimera. Continuo a sognare di esser seduta di fronte a un computer.
Citazione riabilitata alla mia attuale situazione, che è ad un passo dal diventare virtuale, tanto è lontana dal possibile. Tendo a disconoscermi. Eppur mi stupisco, mi diverto anche.

Nessun commento: