martedì 29 gennaio 2008

Buongiorno alla bontà e alle giornate

Buongiorno alla bontà e alle giornate,
ringrazio leila per il suo invito e per il suo pensiero.
Dimentico prassi e regole e con le dita digito.
Definii me stessa come uno schizzo d'infante con i capelli rossi.
Ad oggi dimentico il tempo che vive e mi nutro di idee.
Aspetto un nuovo aspetto che mi assomigli.

Vorrei condividere qui il mio progetto di "Drammaturgia liturgica".
Un'azione collettiva di parole e di spirito sotto il segno delle più antiche consuetudini umane.
DRAMMATURGIA. poichè si tratta di una scrittura volta ad una realizzazione temporale
LITURGICA. poichè vorrei recuperare una forma di rituale partecipativo. Dal greco Leitourghìa, propriamente opera pubblica.
Il processo sotteso abbraccia ogni enunciazione che secondo i miei desideri influisca ad arricchire il cuore di ciò che vorrei rendere manifesto. Si tratta per ora di una riflessione sulla visione.
Una tale drammaturgia che definirei intersoggettiva, raccoglie tracce uditive, frammenti letterari, conversazioni.
I recenti sviluppi di questo testo, al tempo stesso unitario e manipolato, stanno guidando la mia sensibilità verso la non-vita, verso l'impossibilità di vedere e pensare l'interruzione del flusso.
Ignoro però la meta e se per questo anche la metà di questo lavoro di appropriazione e restituzione di sensi e significati.
La mia speranza è di renderli un mostro. Essendo un mostro ciò che per eccellenza è in grado di mostrarsi agli occhi dei più. Rendere cioè questa speculazione sul concetto di visione un'esperienza stessa del guardare ciò che non può non essere oggetto di sguardi.

Lancio e non scaglio questa prima pietra aspettando una risposta.
La drammaturgia arriverà dolcemente, pian piano, come i gesti d'amore.
O forse mi sbaglio e l'amore è irruento, cade come i massi dal cielo.
Concludo con il dubbio, che come si sa è l'origine della vera conoscenza.

Grazie per lo spazio,
sara.

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